Di seguito vediamo come lavorare in Giappone, documenti necessari, i requisiti, gli stipendi, sbocchi lavorativi, come inviare un Cv, ecc.
Lavorare in Giappone è il sogno di quanti amano il paese del “Sol levante“, la sua cultura tanto lontano quanto affascinante. Ma anche per quanti cercano opportunità lontane dal proprio paese e dal proprio continente. Un po’ come l’Australia.
Il Giappone vanta tantissime multinazionali, soprattutto nel settore tecnologico e automobilistico. Sebbene occorra dire che si tratti anche di una economia molto volatile, capace di grandi crescite ma anche di sprofondare. E’ anche vero però che in caso di crisi e recessione, i giapponesi sanno riprendersi in fretta.
Di seguito vediamo dunque come trovare lavoro in Giappone, i documenti necessari, gli stipendi, i lavori richiesti, se la patente italiana lì vale, come scrivere un curriculum e una lettera di presentazione in giapponese.ecc.
Documenti necessari per lavorare in Giappone
Se si arriva in Giappone per restarci fino a 90 giorni, quindi presumibilmente per turismo, per stringere accordi commerciali o altro, non sono richiesti visti. Almeno che non si eseguano attività che prevedono retribuzione economica.
Dopo i 90 giorni o anche prima se lo scopo dell’arrivo in Giappone è proprio lavorativo, allora è necessario recarsi presso l’ufficio consolare preposto e richiedere un visto. E’ possibile trovare tutte le informazioni sul sito ufficiale dell’ambasciata giapponese in Italia.
Esistono più tipi di visto, in base al motivo della permanenza:
- Visto per il turismo
- Visto per motivi d’affari di breve periodo, etc
- Visto per visita a familiari o conoscenti
- Visto con Certificato di Eleggibilità
I visti devono essere necessariamente utilizzati entro 3 mesi dal loro rilascio. pertanto, si consiglia di richiederli nei tempi utili in cui servono.
L’ambasciata del Giappone in Italia apre nei seguenti giorni e orari:
- giorni e orari: lunedì ~ venerdì ; 9:30~12:45 , 14:15~16:30;
- indirizzo: Via Quintino Sella, 60 00187 Roma;
- mail: consolare@ro.mofa.go.jp.
Occorre però dire che la suddetta ambasciata compete ai residenti delle seguenti regioni:
- Toscana
- Umbria
- Marche
- Lazio
- Abruzzo
- Molise
- Campania
- Puglia
- Basilicata
- Calabria
- Sicilia
- Sardegna
Per tutte le altre regioni compete il Consolato Generale del Giappone di Milano (qui il sito ufficiale).
Certificato di eleggibilità: a cosa serve e come si ottiene
Un paragrafo a parte merita il Certificato di Eleggibilità. Ecco viene rilasciato prima della richiesta di visto dalle autorità di immigrazione regionali, sotto la giurisdizione del Ministero della Giustizia, che evidenza che il richiedente soddisfa le varie condizioni stabilite dall’Atto del Controllo dell’Immigrazione. Nonché, che le attività che intende intraprendere in Giappone sono valide e permesse dal suo stato di residenza (con esclusione dello status di residente temporaneo).
Uno dei vantaggi principali di questo documento è sicuramente quello di ridurre i tempi per ottenere un visto e completare dunque più velocemente le procedure di immigrazione.
Non mancano però ostacoli al rilascio del visto anche in possesso di un Certificato di Eleggibilità, per esempio se nel frattempo sono cambiate le condizioni o se si scopre che questi documenti siano falsi.
Come si ottiene il Certificato di Eleggibilità in Giappone? La richiesta viene solitamente presentata da un delegato del richiedente in Giappone al più vicino ufficio immigrazione regionale. Per tutte le info aggiornate rimandiamo al sito ufficiale preposte.
Requisiti per lavorare in Giappone
Vediamo quali sono i requisiti principali per trovare lavorare in Giappone.
a) Conoscenza della lingua giapponese
Conoscere la lingua giapponese: inutile farsi false illusioni. Per quanto in Giappone si parli anche l’inglese, essa può andare bene nei primissimi tempi ma poi occorre conoscere il giapponese per trovare lavoro. In particolare, il livello JLPT N2. Meglio già frequentare qualche corso in Italia prima di partire. La conoscenza dell’inglese è comunque importante, soprattutto se si lavora in multinazionali e se si svolgono lavori di comunicazione e in relazioni esterne.
Il livello N2 del JLPT permette di comunicare in keigo sia in forma scritta che orale. Il keigo è il giapponese formale che si adopera anche nei contesti lavorativi e fra colleghi.
b) Possesso di una laurea
Possedere una laurea riconosciuta in Giappone, o, ancora meglio, ivi acquisita, aiuta a ottenere un visto più facilmente e di ottenere ovviamente più facilmente lavoro.
c) Curriculum in giapponese
Redigere un curriculum in lingua giapponese, corredata da una lettera di presentazione, è molto importante e fa capire a chi dovrebbe assumerci che conosciamo bene la lingua. Più in avanti vedremo come scrivere un curriculum e una lettera di presentazione in giapponese.
d) Abbigliamento adeguato
In fase di colloquio, in giapponese tengono molto al dress code, cioè a come ci si presenta. Meglio presentarsi in giacca e camicia, e serve anche in cravatta. Dipende ovviamente anche dall’azienda per cui ci si candida, meglio informarsi prima.
e) Esperienza nel campo in cui ti candidi
Va da sé che anche avere un’esperienza nel settore per cui ci si candida è molto importante, anche essere disponibili a stage e tirocini iniziali.
f) Adeguarsi alla cultura sociale e lavorativa giapponese
E’ bene sapere che il mondo del lavoro giapponese è praticamente unico. Per esempio, è importante la meritocrazia ma anche la continua competizione tra colleghi. Gli straordinari sono praticamente la norma e non sono ammessi i ritardi. Massimo rispetto viene dato dai giovani (i kōhai) agli anziani (i senpai) nel lavoro come nella società, fortemente gerarchica.
E’ poi importante tessere buone relazioni con i colleghi, infatti sono previste anche attività post-lavorative, come gli incontri al bar dopo il lavoro definite “nominication” (composto da nomu (cioè “bere”) e communication).
Si usano ancora i biglietti da visita, i meishi kōkan, e l’ojigi (ovvero gli inchini, e ce ne sono diversi per ogni occasione).
g) Se hai paura dei terremoti, evita
Il Giappone è un paese fortemente sismico, dove le scosse superano spesso e volentieri i 6 gradi di magnitudo. Se è vero che gli edifici e le infrastrutture sono costruite adeguatamente per reggere a ciò, chi non è abituato o proviene da esperienze traumatiche di vita (del resto, anche il nostro paese è soggetto a terremoti) rischia una vera fobia.
Come trovare lavoro in Giappone
Per trovare lavoro in Giappone i canali sono quelli comuni ad altri paesi, come visto per esempio per la Germania. Ecco qualche spunto:
- Siti di annunci specializzati, come GaijinPot Jobs, Career Cross, Daijob;
- Controllare gli annunci di lavoro sui giornali giapponesi, nella sezione dedicata ad esso;
- Candidarsi per le varie aziende giapponesi, sui siti ufficiali, nella sezione dedicata (in genere chiamata Lavora con noi). Qui un elenco. Ecco le principali aziende divise per settori:
- L’industria automobilistica: Toyota, Honda, Nissan, Suzuki;
- industria elettronica di consumo: Sony, Panasonic, Toshiba, Canon, Sharp;
- settore tessile: Bape, Comme Des Garcons e Asics;
- strumenti musicali: Yamaha;
- settore motociclistico: Suzuki e Yamaha;
- Servizi: Mitsubishi UFJ, Mizuho, NTT, TEPCO, Nomura, Mitsubishi Estate, Tokio Marine, JR East, Seven & I ed ANA;
- Hello work, il sito curato dal governo giapponese;
- Camera di Commercio Italiana in Giappone;
- La pagina Facebook Jobs in Japan molto interessante per gli annunci di lavoro e per le informazioni che fornisce;
- Altri portali come LinkedIn, Wantedly o Dooda.
Come scrivere curriculum vitae e lettere di presentazione in giapponese
In Giappone la forma conta moltissimo, dunque meglio informarsi su come si scrive un curriculum ma anche una lettera di presentazione in lingua giapponese. Magari avere anche una versione in inglese, soprattutto se si tratta di una multinazionale o una società votata al commercio estero.
Su Google ci sono tanti consigli a riguardo. A questo link puoi raggiungere un elenco. Tra le regole principali, meglio mantenersi su un massimo di 2 pagine e mettere in risalto le informazioni e le esperienze che più possono interessare il datore di lavoro.
Com’è il costo della vita in Giappone?
Il costo della vita in Giappone dipende molto dalla città in cui si vive e dal proprio stile di vita. Tutto sommato, con uno stipendio medio si può vivere tranquillamente concedendosi qualche sfizio ogni tanto.
Per fare 2 esempi estremi, se si vive nella città di Tokyo, una delle più grandi e popolose del Giappone, nonché la capitale, il costo della vita è ovviamente superiore rispetto ad altre città.
All’opposto, in piccole città come Okayama o Kofu, di sicuro più tranquille ed economiche, il caro vita è molto più basso.
Ecco un esempio di prezzi medi, stilato dal sito specializzato Go! Go! Nihon:
- Onigiri al convenience store: 100-200 yen;
- Bottiglia d’acqua da mezzo litro: 100-200 yen;
- Cibo pronto al supermercato (esempio: soba, udon, pasta, katsudon, ecc): 400-600 yen;
- Ciotola di ramen: 800-1500 yen;
- Kaiten sushi (su nastro trasportatore) : 100-500 yen a piattino;
- Ciotola di carne di manzo da Sukiya (grande catena di ristoranti): 350-1000 yen;
- Birra in un pub izakaya: 300-700 yen;
- Pasto all’izakaya (bevande incluse): 2000-4000 yen a persona;
- Biglietto del cinema: 1800-1900 yen;
- Ingresso in discoteca: gratuito o fino a 4000 yen;
- Abbonamento mensile in palestra: 10,000 yen;
- Pizza italiana: 1,500-3,000 yen;
Sul cibo si può comunque risparmiare, per esempio affidandosi ai fast-food (non troppe volte ovviamente in un mese) o ai family restaurant. Nei quali, soprattutto a pranzo ci sono menù fissi, spesso con salad-bar e drink bar.
La patente italiana in Giappone vale?
Purtroppo no. Per guidare nel paese del Sol levante, è necessario ottenere una patente internazionale rilasciata dalle autorità italiane, ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1949 (modello “Ginevra 1949”) presso un ufficio locale della Motorizzazione Civile. Varrà un anno dalla data del rilascio.
Devi però sapere che la guida in Giappone è a sinistra, quindi opposta alla nostra, il che può portare problemi soprattutto quando ci si incanala da una rotonda.
Inoltre, la maggior parte dei guidatori giapponesi utilizzano auto con cambio automatico. I cartelli stradali sono scritti in giapponese e in alfabeto latino, quindi conviene avere una infarinatura della lingua.
Altra brutta notizia è che la città è congestionata dal punto di vista del traffico e i parcheggi e le aree di sosta gratuiti non esistono, salvo nelle zona rurali.
Pertanto, considerando che i mezzi di trasporto pubblici sono notoriamente impeccabili, valuta bene se un’auto privata ti occorra davvero.
Infine, se sei residente puoi convertire la tua patente di guida in quella giapponese presso una motorizzazione giapponese.
Quali sono gli sbocchi lavorativi in Giappone
Il Giappone offre tantissime opportunità di lavoro, in vari settori. Il paese è noto per la sua specializzazione nella tecnologia, nell’automotive, nei videogame, nei manga. Spadroneggiando in questi settori a livello globale.
I principali sbocchi professionali sono:
- turismo
- intrattenimento
- insegnamento delle lingue
- traduzioni e l’interpretariato
- import-export
- ricerca (soprattutto in ambito tecnologico)
- videogiochi
- industria automobilistica
- ingegneristica elettronica
- ingegneristica edile
- ecc.
Se è vero che in alcuni casi potrebbe bastare l’inglese (si pensi al caso di lavorare in una multinazionale e nel settore import/export), in generale è meglio conoscere la lingua giapponese per avere più opportunità.
Come accade in altri paesi, vedi la Gran Bretagna, iniziare nella ristorazione (il famigerato lavoro di lavapiatti) o come inservienti in un Hotel, potrebbe essere un buon modo per iniziare dal basso.
Nel prossimo paragrafo vedremo come trovare lavoro in Giappone senza parlare il giapponese.
Come lavorare in Giappone senza parlare giapponese
Come trovare lavoro in Giappone senza conoscere il giapponese? La risposta è o lavorando nell’import-export oppure lavorando nel turismo o in lavori di basso livello (nel senso stretto del termine, ma comunque rispettabili). In questi casi, occorre comunque conoscere quanto meno l’inglese, di sicuro nei primi due casi.
Ecco una serie di lavori che si possono svolgere in Giappone senza conoscere il giapponese.
a) Ristorazione:
- camerieri
- lavapiatti
- cuochi
b) Insegnamento
- Docente o formatore di inglese o italiano
c) Import/Export
- Comunicare con i fornitori e i clienti stranieri dell’azienda
d) Edilizia
- Muratore
- Imbianchino
e) Nei supermercati o nella Gdo
- Commessi
- Magazzinieri
f) Mondo dell’arte
- Musicista
- Pittore
- Scultore
- ecc.
Ovviamente, un minimo di giapponese occorre comunque conoscerlo, per parlare con i datori di lavoro, i clienti, i colleghi. Oltre che per la vita di tutti i giorni: fare shopping, la spesa, recarsi in una banca, all’ufficio postale, chiedere un’informazione, ecc.
Come sono gli stipendi in Giappone
La valuta locale è lo Yen, una valuta estremamente volatile, non certo paragonabile alla stabilità dell’Euro.
Lo stipendio medio mensile in yen in Giappone si attesta intorno ai 300.000. Dipende anche dove si vive, perché magari in una realtà come Tokyo si può guadagnare tanto ma anche spendere tanto, specie per l’affitto.
Inoltre, il sistema di lavoro giapponese spesso richiede lunghi orari di lavoro e un alto livello di dedizione. Pertanto, a fronte di uno stipendio generoso potrei poi avere ripercussioni negative nel privato, soprattutto se non mi abituo alla loro mentalità.
Comunque, non mancano vantaggi, come il fatto che il sistema di assistenza sanitaria pubblica nipponica sia considerato uno dei migliori al mondo. Il tasso di disoccupazione nel Paese è ormai relativamente basso da anni, stabilitosi in una forchetta tra il 2 e il 3 percento. Il che offre una maggiore stabilità economica.
Ecco alcuni esempi di stipendi medi in Giappone:
- direttore d’albergo: 24.000 € all’anno
- chef circa 87.752 € all’anno
- cameriere circa 7,30 € all’ora.
Conviene lavorare in Giappone? Vantaggi e svantaggi
Vediamo quali sono i Pro e i Contro di lavorare in Giappone.
a) Vantaggi di lavorare in Giappone:
- Offre tanti sbocchi lavorativi diversi, soprattutto se si conosce la lingua;
- Tasso di Disoccupazione molto basso, è piuttosto facile trovare un nuovo lavoro;
- Stipendi mediamente alti, e servizi pubblici molto efficienti (specie sanità e trasporti).
b) Svantaggi di lavorare in Giappone:
- Paese con un’etica lavorativa molto seria, severa ed esigente;
- Il giapponese è una lingua ostica, sia scritta che parlata. Occorre tempo e studio per impararla bene;
- Paese fortemente sismico, il che potrebbe creare problemi a chi non è abituato o ha già un trauma personale.
Qui abbiamo parlato di come lavorare a Dubai.