Vediamo come aprire un distributore di benzina, i costi, i requisiti, iter burocratico, come aggiungere colonnine di ricarica elettrica.
Nonostante l’incedere delle auto elettriche, aprire un distributore di benzina è sicuramente ancora una valida idea imprenditoriale, poiché la dismissione degli idrocarburi è ancora lontana, malgrado le tante voci e le dichiarazioni di intenti dei governanti.
Oltretutto, un distributore di benzina può anche includere delle colonnine per le auto elettriche, quindi essere già pronto al cambiamento in corso.
Di seguito vediamo dunque come aprire un distributore di benzina, quali sono i costi per aprire un distributore di benzina, quali sono i requisiti, quali sono i guadagni prodotti da una pompa di benzina, qual è l’iter burocratico per aprire una pompa di benzina, come aggiungere le colonnine per caricare le auto elettriche, se conviene davvero.
Quali sono i tipi di distributore di benzina
Le pompe di benzina si dividono in 2 grandi famiglie, suddivise per tipo di marchio che espongono e per utenza che servono.
a) In base al marchio:
- distributori Premium: affiliati a società petrolifere internazionali;
- distributori indipendenti (o “pompe bianche”): autonomi e privi di loghi famosi. Possono tenere prezzi più competitivi, ma raramente forniscono ulteriori servizi.
In base alla tipologia di utenza:
- a uso privato: che riforniscono esclusivamente ditte, esercizi commerciali, forze armate, ecc.
- a uso pubblico: che riforniscono qualsiasi tipo di veicolo, le classiche pompe di benzina che vediamo in giro.
Ogni tipologia ha propri vantaggi e svantaggi, relativi alle potenzialità di guadagno, alle pratiche da disbrigare, al tipo di affiliazione che richiede. Tutto dipende dalle nostre ambizioni, se si vuole essere indipendenti o meno rispetto a un brand, se si vogliono offrire altri servizi aggiuntivi, ecc.
Come aprire un distributore di benzina: iter burocratico
Per aprire una pompa di benzina, occorre ottemperare a precisi obblighi burocratici, come:
- licenza petrolifera: si ottiene facendo richiesta al proprio Comune. Occorre specificare: il sito di localizzazione del distributore, la dimensione delle aree di impianto, le distanze tra i vari impianti (a metano, gpl, benzina etc.),la presenza di servizi ed attività integrative. Occorrerà poi fornire le generalità del titolare, come domicilio, codice fiscale del richiedente. E ancora, un documento che attesti la dettagliata composizione del nuovo impianto; l’attestazione di disponibilità dell’area con sottoscrizione autentica del proprietario;
- concessione edilizia;
- attestazione sull’idoneità dell’area da parte del Comune;
- autorizzazione del progetto da parte dei Vigili del Fuoco, affinché sia a norma con le leggi antincendio vigenti;
- autorizzazione sui carburanti in vendita da parte del Comune;
- la verifica dell’Asl per l’installazione elettrica;
- il collaudo dell’intero impianto con il Comune, l’Asl e Utif (Ufficio Tecnico delle imposte di fabbricazione).
In genere l’iter burocratico richiede circa un anno, alcune pratiche possono essere espletate per via telematica.
Requisiti per aprire un distributore di benzina
Chi vuole aprire una pompa di benzina (titolare ed eventuali soci), deve avere dei precisi requisiti, quali:
- non avere precedenti dichiarazioni di fallimento;
- non avere precedenti condanne o pene detentive.
Ciò significa che, per chi ha precedenti legali o fallimentari, troverà difficile se non impossibile aprire una pompa di benzina.
Oltre ai requisiti personali del titolare e degli eventuali soci, occorre poi soddisfare tutti i requisiti burocratici prima elencati, che coinvolgono tutti i livelli istituzionali (dal locale al nazionale).
E’ consigliabile avvalersi della consulenza di un buon legale e di un commercialista preparato. Anche per i futuri aspetti legali, fiscali e contabili che sopraggiungeranno in itinere.
Quanto costa aprire un distributore di benzina
Elenchiamo di seguito i principali costi per aprire una pompa di benzina:
- licenze, registrazione società e pratiche burocratiche;
- costruzione e ristrutturazione dei locali;
- attrezzature per il funzionamento della stazione;
- mobili per l’area amministrativa;
- allaccio delle utenze;
- capitale circolante.
Si potrebbe stimare che per i costi iniziali parliamo di circa 500mila euro. Poi dipende se rileviamo già un distributore esistente, per cui non dovremo sostenere i costi relativi alla realizzazione degli impianti e dell’edificio per gli uffici, salvo ovviamente una messa a nuovo.
Per i costi relativi al personale, tutto dipende anche se una parte è adibita al self-service (in genere nelle ore serali e notturne si opta per questa scelta, anche per evitare rapine e pagare gli straordinari) e se prevediamo altri servizi come l’autolavaggio, un’officina, la vendita di prodotti (olio, ricambi, tappezzeria, detergenti, ecc.), attività di bar e ristorazione, ecc.
Quali sono i guadagni di un distributore di benzina
Per individuare quali sono i guadagni prodotti da una pompa di benzina, occorre tenere in considerazione il fatto che il prezzo finale sia il risultato di 3 voci, indipendenti quindi dal titolare dell’esercizio in questione:
- Platts: valore dei carburanti a livello internazionale, frutto dell’incontro tra domanda e offerta;
- Margine lordo dell’industria petrolifera ed è la parte che determina il guadagno dei distributori e dei benzinai;
- Tassazione (composta da accise e IVA), la parte che finisce di fatto allo Stato.
Dunque, non risulta difficile capire quale sia il margine di manovra esiguo per il titolare di un distributore, dato che tutte le voci sono imposte. Inoltre, occorre anche tener presente che se si fa parte di un marchio, allora tutto il prezzo viene imposto e il proprietario non può far altro che stare ai guadagni che gli vengono inflitti.
In linea di massima il guadagno medio va dai 3 ai 6 centesimi al litro di carburante venduto. Ai quali aggiungere eventuali attività accessorie, come il cambio gomme, la sostituzione dell’olio, la sostituzione della batteria, l’autolavaggio, servizio bar/ristorazione, ecc.
Conviene un distributore di benzina affiliato o uno autonomo?
Diciamo che il guadagno finale può cambiare in base alla scelta tra una pompa di benzina affiliata a un marchio (le pompe premium) oppure optare per l’autonomia (le cosiddette pompe bianche). Come abbiamo già visto in precedenza, in Italia esistono due tipologie di pompa di benzina: quelle che prevedono l’affiliazione della pompa ad un determinato marchio e quelle completamente autonome.
Come detto nel caso delle pompe premium, il gestore è obbligato a seguire regole molto più stringenti, vendendo soltanto il carburante che viene acquistato dal marchio stesso, con ridotte possibilità di negoziazione sul prezzo tra marchio e gestore. Inoltre, deve anche delle royalties al brand scelto.
Nel caso delle pompe autonome vi è la possibilità per i gestori di negoziare il carburante in regime di libero mercato, scegliendo così i fornitori a cui rivolgersi. In questo modo, scegliendo il fornitore più conveniente e magari facendo leva su offerte, sconti, promozioni, aumenti o riduzioni del prezzo, possono ottenere maggiori introiti.
Inoltre, può essere importante aggiungere servizi al distributore, come la vendita di prodotti; prestazioni relative alla manutenzione meccanica, elettrica ed elettronica, degli pneumatici. Ovviamente ciò significa anche aggiungere personale specializzato, edifici e uffici da adibire a questo scopo, l’acquisto dei materiali per fornire i servizi. Dunque sempre un calcolo costi-ricavi.
Il vantaggio di far parte di un brand più o meno noto può comunque aiutare per essere subito riconoscibili sul mercato e preferiti dai clienti affiliati, anche di quelli occasionali che cercano in zona un determinato marchio. Inoltre, si potranno avere alcuni sconti dai fornitori, fidelity card per i clienti già ben organizzate con premi interessanti, assistenza e formazione dalla casa madre, ecc.
Dunque, come già accennato, le due tipologie di pompe hanno vantaggi e svantaggi da tener presenti e da soppesare in base alle proprie possibilità economiche e ambizioni.
Quali sono i migliori marchi per aprire un distributore in franchising
Ecco a oggi quali sono i migliori marchi di pompe di benzina presenti a oggi sul mercato. Per tutte le informazioni rimandiamo alle rispettive pagine ufficiali:
- Esso
- Q8
- Eni
- IP
Aggiungere colonnine di ricarica elettrica a distributore di benzina: come funziona e costi
Visto che le auto elettriche sono in ascesa, seppur tra problemi strutturali e scetticismi da parte di addetti ai lavori e aziende produttrici stesse, potrebbe essere una scelta strategica quella di aggiungere colonnine di ricarica elettrica alla pompa.
Occorre manco a dirlo seguire un iter burocratico e andare incontro a dei costi. Ecco quali:
L’iter burocratico consiste nel richiedere l’autorizzazione al Comune sul quale ricade la pompa e la SCIA. Per fare ciò, occorre presentare:
- documento di inquadramento del progetto;
- progetto tecnico nei dettagli producendo vari materiali;
- relazione sulle caratteristiche tecniche dell’infrastruttura;
- copia della richiesta di connessione o di modifica della rete di distribuzione elettrica.
Ecco invece i costi indicativi che occorre sostenere per tipologia di colonnina:
- Ricarica lenta (fino a 7,4 kW): parte da un minimo di 900€ a un massimo di 1.700€, iva inclusa;
- Ricarica accelerata (fino a 22 kW): costano tra i 700€ e i 4.000€ + iva in base alle caratteristiche;
- Ricarica veloce (fino a 50 kW): tra i 7.000€ e i 29.000€ + iva;
- Ricarica ultraveloce (oltre 50 kW): costano tra i 26.000€ e gli 80.000€ + iva.
Altre spese da sostenere riguardano:
- connessione alla rete elettrica;
- eventuale aumento della sua potenza;
- lavori di realizzazione, attacco e manutenzione delle colonnine.
Conclusioni
Aprire un distributore di benzina può risultare una scelta imprenditoriale vincente, che richiede un lungo iter burocratico e investimenti ingenti. Ma, se si ingrana, anche a guadagni notevoli.
- La scelta iniziale è se si opta per una pompa autonoma o una affiliata a un brand. Ciascuna opzione prevede vantaggi e svantaggi;
- I costi sono molteplici e riguardano l’iter burocratico, il personale, il rifornimento, le utente, l’approvvigionamento dei prodotti che si vengono, ecc.;
- I guadagni sono solo una minima parte del prezzo finale della benzina, quindi potrebbe essere strategico aggiungere servizi e vendita di prodotti per aumentare i margini di profitto finali;
- Altra scelta strategica sarebbe quella di inserire colonnine di ricarica elettrica, ormai quasi un obbligo per come sta andando il mercato. Ciò comporta altro iter burocratico e costi, ma anche dotarsi di un servizio sempre più richiesto.
Qui abbiamo parlato di come aprire un autolavaggio.