In questa guida vediamo cos’è un Caf, cosa fa, cosa bisogna fare per aprirlo, i requisiti, i costi, quanto si guadagna e se conviene
I CAF stanno sempre più popolando le nostre città. Acronimo di Centro di Assistenza Fiscale, sta diventando sempre più importante per disbrigare le pratiche fiscali e legali, per i datori di lavoro, i dipendenti, i pensionati, i disoccupati.
Il CAF è anche un’ottima opportunità professionale, ma richiede anche precisi requisiti e determinate conoscenze per poterne avviare uno. Può essere anche utile per sponsorizzare altre attività come un Sindacato, perché fornire questo servizio al meglio può attrarre nuovi tesserati.
Di seguito, vediamo dunque cos’è un Caf, cosa fa, quale procedura occorre eseguire per aprirne uno, i requisiti necessari, i costi che bisogna affrontare, quanto si guadagna e se conviene davvero aprire un Caf.
Cos’è un CAF
I CAF – acronimo di Centro di Assistenza Fiscale – sono organizzazioni che si occupano di offrire assistenza fiscale sia ai datori di lavoro che ai lavoratori. Per aprirne uno occorre l’autorizzazione del Ministero delle Finanze e deve risultare iscritto a un apposito Albo nazionale. Inoltre, è anche sottoposto a un attento controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Esistono due tipi di CAF tra cui scegliere:
- I CAF lavoratori dipendenti: dedicati all’assistenza fiscale rivolta ai lavoratori dipendenti;
- I CAF datori di lavoro: dedicati all’assistenza fiscale rivolta appunto ai datori di lavoro.
Cosa fa un CAF
I servizi offerti dal CAF sono molteplici. Tra i principali annoveriamo:
- Compilazione dei vari modelli per la dichiarazione dei redditi, in base al profilo fiscale del cliente: 730, 770, Modello Redditi Persone Fisiche, Certificazione Unica;
- Compilazione e pagamento dei Modelli per il versamento di tasse e contributi: F23, F24, IMU, TASI, TARI, Modello RED e il Modello Eas;
- Supporto per l’individuazione delle detrazioni spettanti, per diverse tipologie di spese detraibili: scolastiche, universitarie, veterinarie, sportive, asilo nido, affrontate per i figli a carico;
- registrazione o disdetta dei contratti di locazione, il canone concordato cedolare secca, la richiesta e assistenza per l’attivazione dello SPID;
- pratiche per la dichiarazione di successione;
- tutto quanto concerne le pensioni: domanda, supplemento , rettifica, pensione anticipata (Quota 100, Quota 102 e Quota 103), integrazione al minimo, maggiorazione sociale, ricostituzione, riscatto laurea, controllo dei contributi previdenziali;
- verifica dei requisiti e richiesta per le indennità di disoccupazione, Naspi, Dis-Coll, la disoccupazione agricola, assegno sociale, Cassa Integrazione Guadagni, Assegno di inclusione, Reddito di Cittadinanza o altre forme successive di assistenza al reddito;
- assegno unico, indennità di maternità e paternità, bonus asilo nido, bonus mamma domani, assegno congedo matrimoniale Inps, assegni di maternità;
- tutto quanto concerne il mondo del lavoro dipendente: dimissioni, licenziamento illegittimo, calcolo TFR, controllo buste paga, assistenza dipendenti pubblici, servizio di compilazioni moduli, assunzione di colf e badanti;
- le pratiche relative alla disabilità: accompagnamento, Legge 104, assegno ordinario di invalidità, assegno di invalidità civile, indennità di frequenza, pensione di inabilità e le misure per i lavoratori disabili previste dalla Legge 68 del 1999;
- assistenza a stranieri e immigrati sulle varie pratiche da disbrigare per integrarsi: permesso di soggiorno, rinnovo, ricongiungimento familiare;
- bonus previsti per il disagio individuale, come il bonus psicologo, ecc.
In generale, le pratiche per cui i CAF offrono assistenza si dividono nelle seguenti macro-aree:
- Agenzia delle Entrate
- INPS
- Comune
- Servizi previdenziali (Convenzione con Patronato)
- Servizi Sindacali
Qual è la procedura per aprire un CAF
Cosa fare per aprire un Centro di Assistenza Fiscale? La legge di riferimento è quella relativa al capo V del Decreto n. 241 del 1997, poi sottoposto a modifica dal d.lgs. 490 del 1998.
Le strade per aprire un CAF sono due:
- Chiedere e ottenere l’autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Entrate;
- Associarsi ad un CAF già esistente, diventandone così una filiale già con licenza.
Se si sceglie la prima opzione, occorrono i seguenti documenti:
- codice fiscale e Partita Iva del richiedente;
- dati di tutti i membri del consiglio di amministrazione;
- dati e requisiti dei CAF;
- sedi ed eventuali uffici distaccati ove presenti;
- copia dell’atto costitutivo della società;
- copia della polizza assicurativa stipulata per responsabilità civile;
- relazione tecnica sul rispetto dei requisiti minimi sull’adeguatezza tecnica ed organizzativa del CAF.
Questi in generale i passaggi da seguire per aprire un CAF:
- apertura della Partita IVA e scelta del regime fiscale, ottenendo la qualifica di sostituto d’imposta;
- ottenimento dell’autorizzazione dall’Agenzia delle Entrate;
- iscrizione all’Albo dei Centri di Assistenza Fiscale;
- comunicazione di avvio attività al Comune almeno 30 giorni prima dell’apertura;
- stipula delle assicurazioni contro la responsabilità civile;
- apertura delle posizioni INPS e INAIL degli eventuali dipendenti;
- messa a norma degli impianti, le postazioni di lavoro e l’intero ufficio.
È anche obbligatorio costituirsi come società di capitali e designare uno o più responsabili che dovranno essere obbligatoriamente iscritti all’albo dei dottori commercialisti, o in quello dei ragionieri liberi professionisti.
L’apertura della Partita Iva può avvenire rivolgendosi a uno studio commercialista oppure farlo autonomamente online, indicando anche il regime contabile a cui aderire tra semplificato e ordinario.
Per l’apertura della Partita Iva serve indicare anche il codice Ateco. Il quale, nel caso dei CAF è 69.20.14, avente dicitura “Attività svolta dai Centri di assistenza fiscale“.
Potrebbe essere una buona scorciatoia quella di affiliarsi a un patronato o a un franchising già ben avviato, anche per ovviare ad altre incombenze come le attrezzature, l’arredamento dell’ufficio, ecc.
Il vantaggio non indifferente sarebbe anche l’immediata riconoscibilità del marchio, così da non avere una strada iniziale salita e la necessità di farsi conoscere sul territorio.
Quali sono i requisiti per aprire un CAF
Chi vuole aprire un CAF deve appartenere a una delle seguenti categorie professionali:
- associazioni sindacali di categoria fra imprenditori istituite da almeno dieci anni, presenti nel Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro;
- associazioni sindacali di categoria fra imprenditori, istituite da almeno dieci anni se ne è riconosciuta la rilevanza nazionale con riferimento al numero degli associati e all’esistenza di strutture organizzate in almeno 30 province;
- organizzazioni aderenti alle associazioni di cui sopra, previa delega della propria associazione nazionale;
- organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti e pensionati con almeno 50.000 aderenti;
- sostituti di imposta con almeno 50.000 dipendenti;
- associazioni di lavoratori promotrici di istituti di patronato riconosciuti con almeno 50.000 aderenti.
Quanto alla professione richiesta, occorre essere una delle seguenti figure:
- dottori commercialisti iscritti all’ODCEC;
- esperti contabili iscritti all’ODCEC;
- consulenti del lavoro;
- studi associati con almeno un professionista di cui sopra;
- società di servizi, sempre con almeno un professionista nella compagine societaria;
- lavoratori dipendenti;
- pensionati.
Quali requisiti deve avere la sede ufficio di un CAF
Ma non solo competenze tecniche. I requisiti riguardano anche gli uffici adibiti a sede dei CAF. Occorre infatti disporre di locali ed attrezzature idonee, predisporre misure tecniche ed organizzative adeguate al fine di garantire un livello di sicurezza e privacy appannaggio del pubblico ma anche della documentazione in archivio. Onde evitare di mettere a rischio l’incolumità della clientela o arrecare loro disagio (si tratta di questioni private, spesso delicate, e ciascuno vuole privacy nell’esposizione delle questioni), così come di smarrire o danneggiare documenti e pratiche della stessa.
Quindi significa avere un ingresso/uscita agevole e anti-incendio, uno o più WC in base alla grandezza della sede, una reception, una saletta dove accogliere l’utenza a porte chiuse, una sala d’aspetto confortevole con sedie o poltroncine comode, spazi ampi per la giusta distanza tra i clienti in attesa, adeguata illuminazione, attenzione alla pulizia, ecc.
Ciò renderà anche più gradevole l’esperienza del cliente, che deciderà più volentieri di ritornarci in caso di necessità.
Inutile dire che anche la strumentazione tecnica deve essere efficiente e aggiornata, ovvero Pc, stampanti, scanner, fotocopiatrice, connessione internet. Onde evitare disagi per i dipendenti ma, soprattutto, per l’utenza stessa. Che vuole risposte veloci ai propri problemi o richieste.
Cosa occorre per lavorare in un CAF
Ma non solo chi apre un CAF deve avere dei requisiti precisi. Infatti, anche chi vuole lavorare come dipendente in un CAF deve avere precisi requisiti. Bisogna infatti essere competente in materia di imposte, di formazione del bilancio, di dichiarazione dei redditi e di tutto ciò che concerne contabilità e fisco.
Come intuibile, la laurea più idonea per lavorare in un CAF è quella a indirizzo economico o un diploma in perito tecnico commerciale (ragioneria). Esistono anche dei corsi di formazione per affinare le proprie conoscenze.
Quali sono i costi per aprire e tenere un caf
Veniamo ora al capitolo costi. I costi principali da affrontare sono relativi a:
Il costo complessivo necessario per l’apertura del CAF dipende da diversi fattori, tra cui:
- spese burocratiche per l’avvio o la gestione annuale;
- acquisto o affitto di un locale;
- allestimento del locale;
- acquisto di computer, stampanti, scanner;
- licenze dei software;
- utenze di luce, acqua, gas, connessione internet, linea telefonica;
- pubblicità (cartacea tramite volantini, cartellonistica, ingaggio di un Social media manager, ecc.);
- spese per il personale;
- spese per la pulizia e l’igiene del locale;
- pagamento della tassa sui rifiuti (che ricordiamo si calcola in case ai metri quadri del locale);
- ecc.
Agganciarsi a un CAF già avviato tramite affiliazione può mitigare sensibilmente alcuni di questi cosi.
Quanto si guadagna con un CAF
Veniamo ora all’aspetto opposto: quello dei guadagni. I quali sono di due tipi:
- servizi a pagamento per prestazioni più specifiche (per esempio, per i liberi professionisti);
- servizi gratuiti per l’utente e pagati dallo Stato, che a sua volta ha il vantaggio di aver alleggerito il carico di lavoro tramite questi uffici che hanno un’interfaccia diretta con i servizi previdenziali, sociali, ecc. (per esempio servizi ai disoccupai, inoccupati, pensionati, ecc.)
Dunque, è difficile dare delle cifre sul guadagno offerto da un CAF. Dipende da quante pratiche disbrighiamo ogni anno e quali tipi di pratiche. L’ideale è avere una base fissa derivante da molte pratiche gratuite per l’utenza alle quali aggiungere tante pratiche a pagamento specifiche.
Un buon metodo potrebbe essere quello di spingere le persone che si rivolgono periodicamente ai propri servizi a tesserarsi al proprio CAF – se si è collegati a un Sindacato o Patronato – così da creare un altro bacino di entrata.
Conviene aprire un CAF?
Il CAF è sicuramente un’ottima opportunità di guadagno, ormai consolidata da anni. Occorre valutare attentamente la zona in cui aprirlo, se si ha una predisposizione al contatto con il pubblico, quindi serve molta pazienza ed empatia, poiché non mancano richieste assurde o insistenze nell’avere ragione pur mancando delle giuste competenze in materia.
Bisogna saper poi affrontare i picchi d’utenza, soprattutto in concomitanza di scadenze (molti si riducono a ridosso della data di scadenza per inviare una domanda o pagare qualcosa) o dell’uscita di un nuovo servizio.
Dunque tanta propensione allo stress, certo, ma essere sicuri delle proprie competenze onde evitare di commettere errori e danneggiare gli altri.
I costi da affrontare sono molteplici ed essendo un lavoro a cottimo, sulla base delle pratiche disbrigate, i guadagni sono molto variabili.
Conclusioni
Il CAF è un Centro di assistenza fiscale presso il quale molti cittadini si riferiscono per disbrigare pratiche burocratiche, legali e fiscali.
- I costi per aprire un CAF sono molteplici, sia in fase di avvio che di gestione dell’attività;
- I guadagni dipendono dal numero e dal tipo di pratiche disbrigate;
- Occorre avere precisi requisiti per aprire un CAF, così come per l’ufficio nel quale ha la sede, sia per lavorarci:
- Tra le caratteristiche richieste, oltre alla competenza tecnica serve anche molta empatia e predisposizione al contatto con il pubblico, dunque ottimale gestione dello stress.
- Potrebbe essere un vantaggio quello di affiliarsi a un Patronato già ben avviato, per ridurre così i costi iniziali ed essere già noti sul territorio.
Qui invece abbiamo descritto come aprire un Punto di ritiro Amazon.