Interior designer: come si diventa, requisiti, guadagni, Partita Iva

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Vediamo come si diventa interior design, i tipi, quanto guadagna, la Partita Iva, gli sbocchi professionali e se conviene.

Quella dell‘Interior designer (in italiano Progettista d’interni) è una figura sempre più richiesta e in diversi ambiti. E’ infatti un professionista che si occupa di progettare gli spazi interni – ovvero la predisposizione dell’arredamento, lo stile, ecc. – di varie tipologie di locali: case, negozi, ristoranti, alberghi e B&B, uffici, mezzi di trasporto (aerei, treni, navi da crociera), strutture sanitarie, ecc. Lavorando sia (e soprattutto) con il privato ma anche con il pubblico.

Un Interior design mette dunque in atto le proprie conoscenze, il proprio estro ma anche la propria empatia per trasformare in realtà i desideri e le idee dei clienti. Ma è anche chiamato a fornire egli stesso idee e suggerimenti. Anzi, spesso il cliente lo chiama in causa proprio per avere aiuto, lasciandogli carta bianca e confidando nella sua bravura ed esperienza.

In realtà, un Interior design deve anche conoscere la normativa vigente in materia edilizia. Oltre ad avere doti di coordinamento con altre figure professionali coinvolte nel progetto.

Insomma, tanti requisiti necessari per svolgere la professione di Interior designer, che vedremo di seguito. Insieme a come si diventa interior design,i tipi di Interior designer, quanto guadagna, l’apertura della Partita Iva, gli sbocchi professionali e se conviene davvero esercitarla.

Come si diventa Interior design

Il percorso più naturale per diventare un Progettista d’interni è iscriversi, dopo aver conseguito il Diploma, ad un corso di laurea triennale in architettura, per poi specializzarsi, tramite laurea magistrale di durata biennale, in architettura di interni e allestimenti. Dopo la laurea magistrale, può essere anche utile qualche Master se si può e si vuole, che possa anche dare opportunità di stage per passare alla pratica, entrare in contatto con il settore, ecc.

La laurea non è comunque indispensabile. Infatti, se si è fortemente appassionati della materia, potrebbe anche bastare un corso di interior design organizzato da un ente accreditato dalla regione territorialmente di riferimento. Meglio ancora se il corso ha ottenuto il riconoscimento di qualche ordine professionale (CNI, CNAPPC, CNG, CNPI).

A prescindere dalla laurea o dal corso, un interior designer deve costantemente aggiornarsi costantemente sulle ultime novità del settore. E’ possibile a tale scopo frequentare workshop, seminari e laboratori. In presenza oppure online. Si pens ai corsi di “lighting design“, Vray applicato a 3D Studio Max , “eco-arredo”, ecc.

Potrebbe essere utile anche seguire qualche corso o seminario all’estero, anche per importare idee qui non ancora prese in considerazione, per distinguersi da altri professionisti ed essere competitivi.

Per fare l’Interior designer serve la Laurea?

No, come detto, non è indispensabile la Laurea. Basterà anche solo frequentare dei corsi per approfondire la materia e affinare il proprio talento.

Esiste un Albo di Interior designer?

No, non esiste, almeno al momento della scrittura, un albo professionale per gli Interior designer. Sebbene da più parti provenga la spinta in questo senso, ritenendola una situazione necessaria per dettare delle specifiche regole deontologiche al settore dato che i tempi sono maturi.

Tipi di Interior designer

Esistono diversi profili professionali legati al ruolo di Progettista di interni. Ecco i principali e più richiesti

  • Environmental Interior Designer: è chiamato a coniugare l’aspetto estetico con soluzioni ecologiche. Un tema particolarmente sentito e lo sarà sempre di più in futuro. Dovrà dunque avere conoscenze di materiali riciclabili, sistemi di illuminazione a basso consumo energetico e soluzioni architettoniche volte all’efficientamento energetico;
  • Interior Designer for hospitality: lavora nel settore alberghiero e turistico, progettando camere, dinner room, living room, ingresso e altri common space della struttura ricettiva. Dovrà saper coniugare l’esigenza di offrire un ambiente accogliente per il cliente con la necessità di far riflettere nello stile dell’arredo l’identità della struttura pensata dai proprietari;
  • Home Interior Designer: si occupa di arredare le case, dunque gli ambienti ad uso abitativo. Dall’appartamento alla villa, dovrà saper accontentare i gusti dei clienti non disdegnando qualche suggerimento. Dovrà avere conoscenze anche qui riguardo il risparmio energetico, ma anche di domotica e di smart home in generale. Ormai sempre più un Must nelle case moderne;
  • Interior Designer for healthcare: è chiamato ad arredare le strutture preposte alla sanità e alla cura. Progettando aree accoglienti e rassicuranti, rendendo il più piacevole possibile il processo di guarigione;
  • Interior Designer for commercial activity: qui il professionista è chiamato a curare gli arredi della sede di un’attività commerciale o finanziaria. Dagli uffici al negozio. Anche qui deve trovare un compromesso tra esaltazione dell’identità del marchio, accoglienza e attrazione del cliente e risparmio energetico.

Quali sono i requisiti per fare l’Interior designer?

I requisiti sono tanti e spaziano dal tecnico al caratteriale passando per il legislativo fino, ovviamente, al creativo. Di seguito elenchiamo i principali.

Requisiti tecnici

Un progettista d’interni deve avere discrete conoscenze informatiche, poiché è chiamato ad utilizzare determinati software per esercitare questa professione. Come:

  • AutoCAD®
  • Sketch-Up
  • Photoshop®
  • 3D Studio Max® e VRay

Deve necessariamente avere anche competenze tecniche di illuminotecnica, al fine di posizionare strategicamente le sorgenti luminose, giocando con luci e ombre al fine di creare atmosfere suggestive o valorizzare gli elementi chiave degli spazi. Spesso uno spazio poco generoso può essere ingrandito artificiosamente agli occhi degli ospiti con un adeguato gioco di luci, oltre che uno strategico posizionamento dei mobili e degli accessori.

Altre competenze tecniche devono riguardare la domotica, sempre più presente nelle case, ma anche gli ultimi trovati in materia di risparmio energetico. Deve anche conoscere i materiali che compongono divani e mobili, come tessuti, legno, ecc.

La creatività

Inutile dire che la creatività resti un requisito indispensabile. Un interior design è chiamato a tramutare in realtà concreta quelli che sono i desideri, i progetti, le ambizioni e perché no i sogni, dei clienti. Spesso si troverà di fronte a sfide ambiziose, complici le richieste esigenti dei clienti, financo assurde.

Pertanto, dovrà mettere in campo tutta la sua creatività per avvicinarsi il più possibile all’idea di partenza dei committenti. Il tutto, restando coi piedi per terra e rispettando limiti oggettivi come la natura dei materiali utilizzati e le normative edilizie vigenti.

Requisiti caratteriali

Non mancano poi requisiti squisitamente caratteriali. Un interior designer deve infatti saper gestire lo stress, poiché dovrà rispettare delle scadenze ma anche confrontarsi con i clienti sui progetti. Deve anche saper lavorare a più progetti contemporaneamente, così da avere più possibilità di guadagno.

Dovrà anche avere capacità di coordinamento con altre figure che saranno interessate al progetto, come architetti, artigiani, tecnici, fornitori e collaboratori. Dovrà mostrare capacità anche di leadership e di problem solving.

Infine, deve anche saper essere empatico, proprio per affrontare i rapporti con tutte le parti in causa. Saper trovare compromessi, anche quando sembra impossibile.

Conoscenza della normativa edilizia

Infine, non può mancare una infarinatura riguardo la normativa edilizia vigente, sia a livello nazionale che locale. Onde evitare di lavorare per tanto tempo a un progetto poi vietato in tutto o in parte dalla legge.

Per fare l’Interior designer serve la Partita Iva?

Generalmente sì, perché opera come libero professionista. Il Codice Ateco di riferimento è

74.10.90 – altre attività di design

Oggi è possibile aprire e gestire la Partita Iva in autonomia per via telematica, ma il consiglio è sempre quello di riferirsi a uno studio commercialista che segua tutti gli aspetti tributari e burocratici dall’inizio, poiché è molto facile sbagliare.

Sono 2 i casi in cui potrebbe non essere necessario aprire la Partita Iva:

  • se svolgiamo l’attività in modo accessorio e non prevalente e abituale, per esempio se svolgiamo questa passione nel tempo libero, sporadicamente e i nostri guadagni non superano i 5mila euro lordi;
  • se lavoriamo come dipendenti presso una società di interior design.

Differenze tra Interior designer e architetto

Quali sono le differenze tra un Progettista d’interni e un Architetto?

  1. Architetti: si occupano della progettazione, del restauro, della ristrutturazione e della costruzione di edifici. Lavorano su aspetti strutturali, assicurandosi che gli edifici siano sicuri, funzionali e rispettino le normative vigenti;
  2. Interior designer: il loro compito è limitato specificamente all’arredamento degli spazi interni, del loro aspetto estetico e funzionale. Gestendo dunque colori, luci, mobili e tessuti. Conoscendone la natura, i limiti e le potenzialità.

Insomma, volendo proprio sintetizzare in parole povere, mentre l’architetto si occupa di creare ex novo o ristrutturare edifici, l’interior designer si occupa di abbellirli e renderli funzionali a chi li popolerà.

Quanto guadagna un interior designer? Lo stipendio

Qual è lo stipendio di un progettista d’interni? Inutile dire che cifre precise non si possono fornire, poiché sono tanti e vari i fattori in campo. Diciamo che, in linea di massima, le prospettive di guadagno potenziale sono davvero ottime. La media in Italia stimata è di 1.900 euro netti mensili.

Dipende dal volume e target di clienti, dal tipo di progetto a cui si lavora, dall’esperienza, dall’ambito per cui si è specializzati, dall’area geografica in cui si opera, dal contesto storico-economico del periodo, ecc.

Pertanto si può guadagnare ben oltre quelle cifre al mese, superando anche i 6 mila euro al mese per gli Interior Designer rinomati e che hanno a che fare col luxury, e che operano in grandi città, come Milano, Torino o Roma. Ma, ovviamente, anche molto meno, pure della metà, per chi è alle prime armi e lavora su progetti semplici (piccoli appartamenti, uffici o negozi per attività di modesta importanza, ecc.).

Sbocchi professionali

Gli ambiti professionali che si prospettano all’orizzonte per un progettista d’interni sono tanti, sia nel privato che nel pubblico. Può trovarsi così a lavorare all’arredamento di abitazioni, strutture sanitarie, navi da crociera (sebbene qui si parli di Naval Interior), negozi, ristoranti, alberghi, B&B, uffici pubblici o privati, ecc.

Conviene fare l’Interior designer? Vantaggi e svantaggi

Scopriamo quali sono i Pro e i Contro di svolgere il lavoro di progettista d’interni.

Vantaggi

  • Lavoro stimolante e creativo;
  • Ottime prospettive di guadagno;
  • Possibilità di spaziare in più ambiti, privati e pubblici.

Svantaggi

  • Lavoro che richiede una certa empatia verso gli altri e gestione dello stress;
  • Necessità di aggiornarsi continuamente;
  • Non è facile emergere subito, soprattutto se si parte da zero.

Qui abbiamo parlato di come diventare fotografo professionista.

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