Interprete e traduttore: come si diventa, guadagni, sbocchi, differenze, Partita Iva

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Vediamo come diventare interprete e traduttore, requisiti, guadagni, sbocchi lavorativi, se serve la Partita Iva, le differenze tra loro.

In un mondo da anni globalizzato, multiculturale, dove le varie lingue e culture si fondo e si confondono, il ruolo di un interprete e di un traduttore è quanto mai centrale per aziende, professionisti, privati, ecc. Diventare interprete, quindi, può essere una scelta strategica per avere ottime possibilità di guadagno e tanti sbocchi lavorativi.

Certo, serve in primis la passione per le lingue straniere, soprattutto le più parlate e utilizzate, oltre che un percorso di studi ad hoc, ma anche avere una discreta conoscenza della propria Lingua madre. Al fine di comprendere tutte le similitudini e le differenze del caso.

In questa guida completa vedremo dunque come diventare interprete e traduttore, quali sono i requisiti, i potenziali guadagni, gli sbocchi lavorativi principali, i tipi di interprete linguistico, se serve la Partita Iva, le lingue più parlate e richieste al mondo, differenze tra interprete e traduttore, se conviene davvero intraprendere queste professioni.

Come diventare interprete e traduttore linguistico

Occorre innanzitutto fare due premesse: in Italia non esiste un Albo per traduttori e interpreti a cui iscriversi, così come non è previsto un percorso di studi preciso. Fatto salvo per determinati tipi di interprete che richiedono precisi adempimenti burocratici.

Per quanto riguarda il percorso di studi, se il proprio desiderio affiora già in tenera età, e non prima della frequentazione di una scuola superiore, allora il consiglio è di cominciare subito iscrivendosi a un Liceo linguistico, così da gettare immediatamente le prime basi per la propria passione e ambizione professionale.

Dopo il liceo, conviene iscriversi almeno a un corso di laurea che possa certificare minimamente le nostre competenze. Meglio una di queste due tipologie triennali:

  1. laurea triennale in Lingue e Culture Moderne (Classe di laurea L11);
  2. laurea triennale in Mediazione Linguistica (Classe di laurea L12).

Poi, è preferibile completare il percorso universitario con una laurea magistrale idealmente afferente alla classe di laurea LM94, vale a dire una laurea magistrale in Traduzione Specialistica e Interpretariato. Oppure, in base alle proprie inclinazioni, anche Lingue e Letterature dell’Africa e dell’Asia (classe di laurea LM36) e Lingue Moderne per la Comunicazione e la Cooperazione Internazionale (classe di laurea LM38).

Poi si può proseguire con Master o corsi di specializzazione, anche in base a ciò che vorremmo fare “da grandi“. Se invece non si vuole, o non si può frequentare percorsi di formazione simili, allora si può optare per software CAT, linguaggi settoriali o tecniche per settori specifici. Molti dei quali online, quindi eseguibili comodamente a casa quando si ha tempo e voglia, e servono per dare competenze specifiche e settoriali.

Infine, la pratica nell’uso della lingua è fondamentale. Quindi meglio esercitarsi tanto, anche da soli a casa, guardando film e serie tv nella lingua di proprio interesse, magari nei primi tempi con sottotitoli possibilmente sempre della medesima lingua.

Bene poi dedicarsi a qualche viaggio, o se si può, più di uno nei paesi che parlano principalmente la lingua di proprio interesse. Fermo restando che le inflessioni e slang cambiano di molto non solo tra paese e paese, ma anche tra città di uno stesso paese.

Esiste un albo per gli interpreti e traduttori?

Come detto, in Italia non esiste un Albo Professionale dei Traduttori e degli Interpreti, che invece garantirebbe parametri qualitativi e livelli di professionalità adeguati alla delicatezza del ruolo. Basti solo pensare che un interprete viene chiamato in ballo come figura tecnica nei tribunali, per esempio. E’ anche vero, comunque, che Traduttori e interpreti giurati dovranno necessariamente superare l’esame di idoneità della Camera di Commercio di competenza ed essere iscritti all’albo dei consulenti tecnici d’ufficio.

A parte ciò, esistono delle Associazioni che cercano di promuovere e rappresentare questa figura. Oltre che orientare quanti la svolgono. Come:

Differenze tra Interprete e Traduttore

Sebbene le due figure siano facilmente confondibili ed accomunate da un simile percorso formativo, in realtà esiste una differenza di fondo, relativa soprattutto alla forma di linguaggio con cui essi si confrontano.

Infatti, mentre l’Interprete ha a che fare con il linguaggio orale, il Traduttore si confronta con il linguaggio scritto. Ciò significa che all’Interprete viene chiesto uno sforzo aggiuntivo, giacché deve essere in grado di comprendere qualcosa che non vede, ma ascolta solamente. E se svolge una professione di interprete presso conferenze, riunioni, udienze in tribunale e contesti nei quali non può certo chiedere alla persona che parla di ripetere cosa ha detto, dovrà essere anche molto veloce nella comprensione di quanto viene detto. E riferirlo agli altri presenti.

L’interprete ha dunque la duplice difficoltà di ascoltare e comprendere velocemente da un lato, ma anche di riferire velocemente quanto viene detto dall’altro. Insomma, in due parole per fare l’interprete serve Tempismo e Dialettica. Mentre il traduttore ha a che fare con un testo e quasi sempre a più tempo per tradurlo.

Altre differenze, ovviamente, riguardano anche gli sbocchi professionali e le prospettive di guadagno, molto diverse. In generale, se forse un traduttore ha più sbocchi, l’interprete può vantare su una maggiore professionalizzazione e dunque prospettive di guadagno molto più elevate.

Tipi di interprete quali sono

Più che tipi di interprete, sarebbe più corretto parlare di tipi di interpretazione:

  1. Interpretazione simultanea: prevede che la traduzione avvenga pressoché in contemporanea al discorso pronunciato dal parlante. E la figura che vediamo durante i convegni, le conferenze, le udienze dei tribunali, ecc.;
  2. Interpretazione sussurrata: detta anche chuchotage, è quella che si svolge senza ausili, come possono essere microfoni o cuffie. L’interprete è chiamato a esporre la propria traduzione sussurrandola ai presenti, senza dare fastidio all’oratore. Si pensi alle guide turistiche, ecc.;
  3. Interpretazione consecutiva: l’interprete prende nota mediante l’utilizzo di parole chiave e specifici simboli il discorso dell’oratore, per poi riassumerlo ed esporle ai presenti. Dunque l’esposizione avverrà in un secondo momento e non simultaneamente.

Requisiti per diventare interprete

Vediamo adesso quali sono i requisiti per diventare interprete. Abbiamo già detto che un interprete deve possedere 2 doti su tutte, una di tipo Input (ascoltare e comprendere) e una di tipo Output (riferirlo agli altri):

  • Tempismo
  • Dialettica

Deve conoscere alla perfezione la lingua italiana, ma anche le espressioni idiomatiche, la cultura e le tradizioni della lingua da tradurre. In modo da poterne comprendere ogni sfumatura di significato, tono o intenzione e riportarla efficacemente alle persone presenti.

Dovrà poi aggiornarsi costantemente e studiare lessico, argomenti, tecnicismi ed espressioni. La lingua è un essere vivente, che evolve costantemente. E la tecnologia ha accelerato questo processo.

Occorre poi essere predisposto alla formazione costante, con laurea e percorsi formativi post-laurea. Oltre che corsi di aggiornamento.

Requisiti per diventare traduttore

Vediamo quali sono i requisiti principali per svolgere la professione di traduttore.

Conoscenza delle lingue straniere ma anche della propria

Conoscenza approfondita di una o più lingue straniere, certo, dal punto di vista grammaticale, gli slang ma anche tecnica (se si trova a tradurre determinate operazioni o funzioni, lavorative o tecnologiche). Ma anche della propria lingua madre, come le regole grammaticali e sintattiche.

Competenze informatiche

Il traduttore, proprio perché opera con un linguaggio scritto, deve saper adoperare diverse tecnologie, come i programmi di videoscrittura, programmi per presentazioni, fogli di calcolo, software specifici o meno, ecc. Si pensi, per esempio, ai programmi CAT (programmi di traduzione assistita), che permettono al traduttore di dividere il testo in più parti e memorizzarle.

Competenze di marketing

Un traduttore potrebbe trovarsi a lavorare con aziende che vendono prodotti e servizi, quindi deve anche saper adoperare un linguaggio che sia rivolto a potenziali clienti.

Saper adeguare lo stile di traduzione al settore per cui si lavora

Essere pronti ai diversi settori economici e professionali e adeguare il proprio livello di traduzione ad essi. Li vedremo nel paragrafo seguente. Ciò può ampliare la propria possibilità di trovare lavoro, almeno che non si lavori subito per un settore e si decida di proseguire con esso.

Tipi di traduttori quali sono

Come per gli interpreti, vediamo quali e quanti tipi di traduttori esistono. O meglio, tipi di traduzioni principali:

  • Traduzione audiovisiva
  • Traduzione per il Web
  • Traduzione per il turismo
  • Traduzione giuridica
  • Traduzione medica

Quali sono gli sbocchi lavorativi per un interprete

Un interprete è richiesto in vari settori, ciascuno con modalità di lavoro molto diverse, così come stipendio e modalità di ingresso. Abbiamo, a titolo di esempio:

  • ambito medico: mette in relazione staff medico e paziente, per aiutare entrambi a trovare la migliore cura e soluzione a un problema di salute. Anche in ambito emergenziale;
  • ambito giuridico: può essere chiamato in causa per tradurre testimonianze, interrogatori, colloqui in tribunali o questure. E qui diventa paradossale che non ci sia un albo. E’ però bene sapere che Traduttori e interpreti giurati dovranno necessariamente superare l’esame di idoneità della Camera di Commercio di competenza ed essere iscritti all’albo dei consulenti tecnici d’ufficio;
  • settore turistico e della ristorazione: un interprete può essere inserito in un pacchetto viaggi dalle agenzie per aiutare i turisti a comprendere la lingua del paese di destinazione. O fare servizio di accoglienza nei luoghi di arrivo, come aeroporti, porti o stazioni. O, ancora, in siti culturali per aiutare i gruppi di turisti a comprendere cosa dica una guida;
  • interpretariato di trattativa: potrebbe occuparsi di portare a termine la traduzione dialogica o bilaterale in una trattativa d’affari. Per aziende o singoli professionisti;
  • interpretariato presso Organizzazioni Internazionali e sovranazionali: si pensi al Parlamento europeo, all’Onu, alla Nato, in conferenze internazionali che richiamano vari capi di stato in tutto il mondo. Oresso la Corte di giustizia dell’Unione Europea o la Commissione europea, ecc.
  • cinema e spettacolo: un interprete può essere chiamato a tradurre su un set internazionale per aiutare il regista o gli attori nei loro rispettivi ruoli quando sono provenienti da nazionalità diverse;
  • nello sport: come il precedente, un interprete può essere ingaggiato da un allenatore o da un singolo sportivo per comprendere meglio cosa dicono gli altri. Almeno nei primi tempi di una esperienza all’estero.

Quali sono gli sbocchi lavorativi per un traduttore

Vediamo quali sono invece i potenziali sbocchi lavorativi per un traduttore:

  • traduttore giurato: è specializzato nella traduzione di documenti con valore legale. Produce traduzioni asseverate, ossia autenticate e ufficializzate tramite una dichiarazione in tribunale.
  • editoriale e letterario: specializzato nella traduzione ed editing di prodotti destinati al mercato editoriale. Traduce dunque libri, romanzi, saggi e articoli.
  • commerciale: lavorano nel marketing e nella comunicazione interna ed esterna;
  • tecnico, scientifico, tecnologico o medico: traduce bugiardini, report, convegni, procedure, libretti di istruzione, brevetti, ecc.
  • sul web: traduce testi su richiesta online. Spesso usa piattaforme come Melascrivi, Guru, TextMaster, Clickworker, Translated.net e Onehour translation. Che fungono da ponte tra domanda e offerta. Lavora anche come copywriter, Social media manager, ecc.

Quanto guadagna un interprete e un traduttore? Lo stipendio

Come detto quando abbiamo parlato di differenze tra interpreti e traduttori, una delle principali riguarda proprio le prospettive di guadagno.

Infatti, le prospettive di guadagno per un interprete sono molto più elevate: secondo una ricerca condotta da Indeed, la media è compresa tra i 19.000 e i 20.000 euro, annui, ma può essere anche elevata quando il professionista lavora in un ambito istituzionale importante o per una grossa multinazionale.

Da parte sua, un traduttore può trovare più facilmente lavoro, poiché la traduzione scritta è più richiesta a buon mercato. Ma ciò significa anche guadagnare molto meno e lavorare soprattutto come occasionale e free lance.

Per fare il traduttore e l’interprete serve la Partita Iva?

Dipende. Se si viene assunti da un ente o da un’azienda, ovviamente No, poiché si verrà inquadrati come lavoratore dipendente.

Invece, se si opera come libero professionista, diventa obbligatorio se l’attività è quella prevalente e se il guadagno supera i 5mila euro lordi all’anno. Inoltre, il possesso della Partita Iva può essere richiesto negli annunci di lavoro, ora tra le “Hard Skills” o tra le “Nice to have“.

Il codice ATECO da indicare per l’apertura della partita IVA come traduttore e interprete è il codice 74.30.00. Non comporta invece l’obbligo di iscrizione alla Camera di Commercio Industria e Artigianato (CCIAA).

Per quanto riguarda l’INPS occorrerà iscriversi alla gestione separata INPS dei liberi professionisti senza cassa. Essa può essere espletata autonomamente o tramite l’assistenza di un commercialista. Noi suggeriamo sempre la seconda modalità, anche per l’apertura della Partita Iva, poiché è facile incorrere in errore. E anche per farsi assistere in futuro per le altre incombenze fiscali e burocratiche.

Quali sono le lingue più parlate e richieste oggi?

Potrebbe essere interessante anche comprendere quali sono le lingue più richieste e parlate al Mondo oggi. Secondo un’indagine di Babbel, la Top 10 al momento della scrittura è:

  1. Inglese (1,515 miliardi)
  2. Cinese mandarino (1,14 miliardi)
  3. Hindi (608,8 milioni)
  4. Spagnolo (559,5 milioni)
  5. Arabo standard (332,5 milioni)
  6. Francese (311,6 milioni)
  7. Bengali (278,2 milioni)
  8. Portoghese (263,8 milioni)
  9. Russo (255,4 milioni)
  10. Urdu (237,9 milioni)

L’Inglese si conferma largamente una lingua universale dunque, anche grazie al commercio e all’informatico, oltre che per motivi storici legati al passato coloniale della Gran Bretagna. Spagnolo e Francese, altre lingue europee piuttosto diffuse per i medesimi motivi, pagando invece maggiormente la densità abitativa di Cina, India e paesi arabi.

Conoscere queste lingue, in particolar modo Inglese, arabo, cinese mandarino, spagnolo e francese può dare molti vantaggi lavorativi.

Qui abbiamo parlato di come lavorare negli Apple store.

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