Diventare Architetto: come fare, requisiti e quanto guadagna

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Vediamo come diventare architetto, requisiti, cosa fa, quanti tipi di architetto esistono, quanto guadagna, se conviene.

La professione di architetto include doti creative ma anche una certa attitudine scientifica, in quanto, oltre ad avere un certo estro nella creazione di edifici e affini, deve anche avere una certa affinità verso la matematica e la geometria. Ma non solo: un architetto deve anche doti di leadership, dovendo guidare un team in fase di progettazione e realizzazione.

Non a caso, il termine “architetto” deriva dal greco arkhitekton (ἀρχιτέκτων), frutto della combinazione di 2 termini: arkhi, che significa capo, e tékton, che a sua volta significa tecnico o costruttore.

Non devono però anche mancare qualità empatiche, visto che deve dialogare con i clienti committenti, cercando di realizzare le loro idee iniziali, un po’ come fa un agente immobiliare, non disdegnando di proporre soluzioni migliorative.

Un architetto è iscritto regolarmente ad un apposito albo professionale, ma ci arriva dopo un percorso di studi che dura almeno 5-6 anni e dopo un esame di Stato.

Di seguito vediamo come si diventa architetto, cosa fa, quanti tipi di architetto esistono, quanto guadagna, se conviene.

Cosa fa un architetto

L’architetto è un professionista specializzato nella progettazione urbanistica, nel campo del restauro, della progettazione paesaggistica, nonché dell’interior design (abbiamo parlato specificamente qui di questa figura professionale).

E’ coinvolto in ogni fase della realizzazione di edifici sia pubblici (si pensi alle sedi istituzionali, per esempio, o ai musei, ecc.) che privati (aziende, negozi, studi professionali, ecc.), nonché residenziali (per uso abitativo, dal singolo edificio a un intero parco).

Pertanto, progetta un piano di lavoro mettendo in campo tutte le soluzioni possibili, supervisiona i lavori in corso e infine avalla il risultato finale. Va da sé che non fa tutto da solo, ma si avvale di collaboratori professionisti nelle varie fasi. Ecco perché parlavamo di doti di leadership, coordinamento ma anche empatiche, perché deve confrontarsi con il committente e le sue esigenze, i suoi sogni, le sue ambizioni.

Ma deve anche confrontarsi, e talvolta scontrarsi, con altre figure professionali come geometri, ingegneri, imprenditori edili, nonché con le figure istituzionali del territorio. Come i tecnici del comune, i direttori dell’ente destinatario della sede da realizzare, ecc.

Tipi di architetto

Vediamo quali e quanti sono i tipi di architetto esistenti, in base al settore in cui opera e alle mansioni che è richiamato a svolgere:

  • Architetto paesaggista
  • Architetto edile
  • Architetto della sostenibilità ambientale (o bio architetto)
  • Architetto d’interni

L’architettura oggi prende sempre più in considerazione l’aspetto green e ambientale. Quindi l’architetto oggi deve anche adeguarsi e conoscere nuovi tipi di materiali, divieti, ecc.

Quali sono i requisiti per fare l’architetto

I requisiti per diventare architetto li abbiamo in realtà già snocciolati a poco a poco fino a qui. Ma è sempre giusto un riepilogo.

Oltre ai requisiti formativi, che vedremo nel paragrafo successivi, un aspirante architetto deve anche vantare un solido background formativo scientifico, afferenti a materie come geometria, fisica tecnica e matematica. Quindi sarebbe opportuno, se la propria aspirazione è questa fin da bambini o adolescenti, iscriversi per esempio al liceo scientifico o affine.

Altre affinità riguardano materie come storia dell’arte, disegno, restauro e storia dell’architettura. Le quali possono essere già acquisite partendo da un liceo artistico e affine.

Del resto, scienza e arte si fondono e si confondono nell’architettura e saranno frequenti tra le materie alla base degli esami universitari.

E poi ci sono i requisiti caratteriali. Chi vuole approcciarsi con questa professione deve avere anche doti di leadership, di coordinamento, empatiche, capacità progettuali. Come detto, oltre al cliente-committente, gli architetti si scontrano/confrontano con vari soggetti, come geometri, ingegneri, imprenditori edili, tecnici comunali, ambientalisti, operai, ecc.

Non deve anche mancare una certa dimestichezza con la tecnologia informatica. È infatti necessario padroneggiare software di progettazione assistita (CAD), modellazione 3D, rendering, visualizzazione e strumenti di presentazione. E, ancora, avere una discreta conoscenza di programmi come AutoCAD, Revit, SketchUp, Rhino e software di rendering come V-Ray o Lumion. Del resto, immaginare di lavorare con gli strumenti tradizionali di un tempo è una visione romantica ma forse non proprio realistica.

Cosa bisogna studiare per diventare architetto

Veniamo ora all’iter formativo da affrontare. Una premessa è d’obbligo: serviranno diversi anni di studi, alla fine dei quali potrebbe anche essere opportuno frequentare un Master o un corso di perfezionamento post-universitario. Inoltre, occorre sostenere un esame di Stato per potersi iscrivere all’apposito albo degli architetti e aggiornarsi con cadenza triennale.

Il corso di laurea in architettura è a ciclo unico e di durata quinquennale. Occorre superare un test d’ingresso e poi, una volta superati tutti gli esami previsti dall’ordinamento, occorre affrontare un tirocinio formativo e la discussione della tesi. Un’altra laurea utile per questo percorso è quella in ingegneria edile-architettura.

Una volta ottenuta la tanto sospirata laurea in architettura, si potrà poi procedere con l’iscrizione all’esame di Stato abilitante per poter svolgere questa professione. Si verrà iscritti all’albo nella sezione A.

E’ anche possibile iscriversi alla sezione B dell’albo professionale, per la quale è sufficiente ottenere una laurea triennale in scienze dell’architettura o in ingegneria civile e ambientale. Ciò significherà però avere delle opportunità lavorative e professionali limitate, ma dipende comunque dalle ambizioni e dagli obiettivi di ciascuno.

Come funziona l’albo degli architetti

L’esame di Stato per potersi iscrivere all’albo degli architetti viene bandito dal MIUR, in una sessione estiva e una sessione invernale.

Abbiamo poi visto che si divide in 2 sezioni, A e B. Ecco le differenze.

Sezione A

E’ la sezione destinata a tutti i laureati magistrali con laurea in architettura o ingegneria edile-architettura e conferisce il titolo abilitante di architetto.

Sezione B

E’ destinata a chi ha conseguito una laurea triennale in scienze dell’architettura o in ingegneria civile e ambientale e abilita alla professione di architetto junior.

Aggiornamento ogni 3 anni

Gli iscritti all’albo hanno l’obbligo di legge di conseguire un minimo di 60 crediti formativi professionali (cfp) per ogni triennio formativo, di cui 12 cfp relativi all’area discipline ordinistiche.

Tali crediti formativi sono acquisibili attraverso iniziative dello stesso Ordine regionale a cui si è iscritti. Nonché da molteplici altre attività formative compatibili. Su ciò meglio riferirsi al sito ufficiale del proprio ordine di riferimento.

Quanto guadagna un architetto?

Le cifre, come si può immaginare, sono piuttosto ballerine. La media va da un minimo di 20.000 auro annui a 40.000 euro annui. Dipende dalla propria fama, esperienza, ecc.

Si pensi poi ad archistar come il nostro Renzo Piano (qui la sua biografia). Architetti chiamati ad eseguire importanti progetti di livello nazionale, lavori ovviamente pagati molto bene.

Aprire uno studio di architetto: come fare e se conviene

Aprire uno studio di architetto è il sogno di tutti quanti svolgono questa professione. Avere uno studio professionale tutto proprio, a proprio nome, magari con sede nel centro di città importanti come Torino, Milano, Firenze, Roma o Napoli.

Tuttavia, il sogno deve scontrarsi con la dura realtà, fatta di concorrenza, tasse, lavori eseguiti e non ancora pagati, collaboratori spesso non proprio funzionali al progetto e affidabili, leggi complicate, burocrazia e lungaggini tipiche italiane, ecc.

Certo, uno studio ben lanciato guadagna cifre importanti e può crescere anche oltre i confini italiani ed europei. Avere poi una famiglia che già svolge questa professione, inutile dirlo, aiuta molto. E in Italia, purtroppo, come noto, il nepotismo regna sovrano anche in questo settore (come per il giornalismo, giusto per dirne un altro).

Occorrerà aprire la Partita Iva, il cui codice ATECO sarà

Codice Ateco: 71.11.00, Attività degli studi di architettura

Attività di consulenza in campo architettonico: progettazione di edifici e stesura dei progetti, pianificazione urbanistica e architettura del paesaggio

Una soluzione potrebbe essere quella di avviare uno studio associato con altri architetti, per risparmiare sui costi di affitto ma anche avere maggiori competenze suddivise e opportunità sul mercato.

Conviene diventare architetto? Vantaggi e svantaggi

Vediamo quali sono i Pro e i Contro di diventare architetto.

Vantaggi

  1. Ottime possibilità di guadagno;
  2. Diversi sbocchi professionali.

Svantaggi

  1. Percorso formativo lungo con aggiornamento costante;
  2. Tempi per emergere piuttosto lunghi se si parte da zero.

Conclusioni

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