Vediamo come aprire un negozio di abbigliamento, quanto costa, i guadagni, i requisiti necessari, la pratica burocratica, l’opzione della vendita online, l’opportunità di un franchising, se conviene davvero.
Aprire un negozio di abbigliamento è il sogno di chi ama il mondo della moda ma anche del retails più economico e casual e vorrebbe concretizzare questa sua passione con un’attività propria. Ma, ovviamente, è anche un’ottima idea imprenditoriale per chi vorrebbe mettersi in proprio. Tra i negozi più ambiti troviamo Zara.
Del resto, al netto di crisi cicliche e della concorrenza agguerrita, parliamo di un’attività che non passa, è proprio il caso di dirlo, mai di moda.
Di seguito vediamo come aprire un negozio di abbigliamento, quanto costa farlo, i guadagni che porta, i requisiti necessari, la pratica burocratica, l’opzione della vendita online, l’opportunità di un franchising, se conviene davvero.
Se invece sei a caccia di idee alternative, qui abbiamo parlato di come aprire un negozio di fiori.
Aprire un negozio di abbigliamento: iter burocratico
Come immaginabile, aprire un negozio di abbigliamento porta con sé un lungo iter burocratico. Esistono comunque degli sportelli dedicati alle imprese presso Comuni e regioni, quindi sarebbe opportuno fare un salto sui portali dedicati i di persona presso gli uffici preposti per chiedere informazioni aggiornate. Anche perché alcune disposizioni cambiano da zona a zona.
In linea di massima, l’iter burocratico più comune per aprire un negozio di abbigliamento è il seguente:
- Apertura di una Partita Iva: primo passo fondamentale. Il codice Ateco sarà 47.71.10 – commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento per uomo e donna / commercio al dettaglio di confezioni per adulti. Per quanto ormai il Fisco offra mezzi digitali per fare tutto da soli, il consiglio è sempre di farsi seguire da un commercialista, sia per l’apertura, sia per tutte le pratiche successive. Purtroppo gli errori sono sempre dietro l’angolo e si pagano pure salati;
- Iscrizione dell’attività presso il Registro delle Imprese nella sezione “Commercianti”;
- Iscrizione all’INPS: per il versamento dei contributi propri e di eventuali dipendenti;
- Iscrizione all’INAIL: per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro propria e dei dipendenti;
- Invio della SCIA al Comune dove l’attività ricade: si tratta della comunicazione di inizio attività, con almeno 30 giorni di anticipo;
- Permesso per esposizione di un’insegna: sempre al Comune sul cui territorio il locale ricadrà;
- Pagamento dei diritti SIAE: in caso vuoi che nel locale sia diffusa musica, una buona scelta per rendere più gradevole la visita dei clienti;
- Ottenimento dei permessi relativi a: destinazione, igiene, agibilità e sicurezza. Dovrebbero essere richiesti ad ASL, Polizia Municipale e Vigili del fuoco.
Scegliere zona, clientela e tipo di capi venduti
Ovviamente, prima di avviare tutto l’iter burocratico, dobbiamo avere bene in mente alcuni elementi fondamentali che caratterizzeranno la nostra attività.
Certo, si tratta di scelte che possiamo sempre cambiare in corso d’opera, anzi, dobbiamo mantenere una certa flessibilità in caso le cose non vadano nel modo sperato. O se volessimo fare un salto di qualità.
Come vedremo, le combinazioni sono tante e ciascuna porta con sé vantaggi e svantaggi. Maggiori rischi e maggiori ricavi. Dipende dalle nostre possibilità economiche, dalla nostra conoscenza del mercato, da dove vogliamo aprire il locale, dalla zona geografica.
La zona
Dobbiamo decidere se il nostro locale debba essere aperto in centro, per esempio sul corso principale, nella zona storica, o più in periferia. O, ancora, se vogliamo aprire presso un centro commerciale. Ovviamente, a seconda della nostra scelta, i costi cambieranno non poco.
La clientela
Il secondo aspetto fondamentale è comprendere il target dei nostri clienti. Vogliamo vendere abiti per uomo, per donna, per bambini? Oppure solo per adulti e senza distinzione di genere. O, ancora, per un target adolescenziale e magari trasgressivo. O, ancora, per tutti, senza distinzione di genere o età.
Tipo di capi
Va poi deciso se i capi di abbigliamento devono essere economici oppure di lusso. O, ancora, un outlet, capi di ultima uscita o un mix (specificando quelli più datati, con tanto di sconti).
Oppure piazzarsi a metà strada, con la presenza di alcuni capi che superano una certa fascia economica (sopra i 200 euro) e altri che sono economici.
Come scegliere il locale
Abbiamo lasciato a parte la scelta del locale, anche perché dipende dalle varie scelte di cui parlavamo prima.
Le dimensioni
La scelta delle dimensioni dipendono dal target dei clienti. Se è per tutte le età, dovrà per forza essere piuttosto grande. Anche perché vanno inclusi camerini per provare gli abiti, almeno un bagno di servizio uno spazio per la cassa, qualche bancone per appoggiare gli abiti e consentire ai clienti di guardarli.
La posizione
Poi c’è la questione della posizione: se vendiamo abiti artigianali o griffati, quindi piuttosto d’élite, converrà aprire in pieno centro o in un centro storico. Poi dipende anche dalla città, se optare per una grande metropoli, un borgo medioevale, un comune con meno di 20mila abitanti, ecc.
L’arredamento
Ovviamente, anche l’arredamento dovrà essere relativo al target dei clienti a cui puntiamo. Capi ricercati vanno esposti in un negozio elegante. Abiti economici, “usa e getta“, sono conformi a un locale sempre, senza troppe pretese. Abiti per bambini vanno esposti in un locale vivace e colorato. Quelli trasgressivi in un negozio underground. Abiti artigianali li esporremo in un locale in legno, semplice ma ricercato. E così via.
Ovviamente, dalla posizione alle dimensioni passando per l’arredamento, tutto va a influire sui costi.
Quanto costa aprire un negozio di abbigliamento
Quali sono i costi da affrontare per aprire un negozio di abbigliamento? Possiamo dividerli in Fissi e variabili:
- Costi fissi: affitto, utenze, assicurazione, circuito di pagamenti e connessioni telefoniche/internet;
- Costi variabili: stipendio dipendenti, rifornitura di vestiti, pubblicità (volantinaggio, Social, manifesti, ecc.).
Li abbiamo classificati come variabili perché possiamo gestire la loro entità in base alle nostre possibilità e ai nostri obiettivi. I primi sono pressocché ineludibili.
Quanto si guadagna con un negozio di abbigliamento
Inutile dire che quantificare un importo fisso è molto difficile, proprio perché sono tanti i fattori che incidono. In primis, tutte le scelte che abbiamo fatto e di cui abbiamo parlato prima. Poi le vendite effettive e se le nostre strategie sono vincenti. Si tratta sempre di un mero calcolo di costi e guadagni.
Aprire un negozio di abbigliamento in franchising: vantaggi e svantaggi
E’ anche possibile optare per un franchising, ovvero affiliarsi a un brand già esistente. Qui abbiamo parlato dei migliori franchising di abbigliamento.
Questa scelta comporta, come tutte le cose, vantaggi e svantaggi. Eccoli di seguito.
Vantaggi di aprire un negozio di abbigliamento in franchising
- Marchio già conosciuto e avviato;
- Assistenza su tutti gli aspetti e le decisioni da prendere;
- Costi minori rispetto a mettersi in proprio.
Svantaggi
- Scarsa o nulla indipendenza sulle scelte da prendere;
- Se il brand affonda, affonderemo insieme ad esso (scandali, crisi, fallimenti, ecc.);
- Dovremmo versare una provvigione al marchio ( annuale o mensile).
Conviene aprire un negozio di abbigliamento? Vantaggi e svantaggi
Vediamo ora quali sono i Pro e i Contro di aprire un negozio di abbigliamento.
Vantaggi
- Un’attività sempre ricorrente, che non conosce stagioni o epoche;
- E’ possibile scegliere tra varie combinazioni di scelta, e cambiare anche in corso d’opera.
Svantaggi
- Tanta concorrenza, di grandi e piccoli negozi, ma anche sleale di prodotti di bassa qualità, soprattutto asiatici.